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Difesa dell'ambiente

Le azioni messe in campo da MM per difendere l'ambiente

Monitoraggio costante sulle perdite di rete

MM Spa opera un monitoraggio costante sulle perdite di rete, sostituendo o riparando sezioni di tubature danneggiate. Grazie a questa attività, le perdite del Servizio Idrico Integrato sono le più basse d'Italia. Per rendere più efficace la sua azione, MM, in collaborazione con l'università, ha avviato progetti di ricerca che hanno la finalità di individuare soluzioni per ottimizzare la pressione di rete, una delle principali cause delle perdite.

Monitoraggio della falda sotterranea

Metropolitana Milanese è impegnata a tenere sotto costante controllo la falda mediante analisi di laboratorio e misurazioni di livello. In passato diversi fattori determinarono l'impoverimento della falda, in primo luogo i consumi industriali. Oggi nell'area milanese la domanda d'acqua da parte delle imprese si è enormemente ridotta sia per la chiusura delle aziende più idroesigenti (Falck, Breda e Pirelli nella zona nord di Milano), sia per il ricircolo operato dalle industrie per vincoli normativi e convenienza economica. Anche i consumi civili possono portare ad un depauperamento della falda, soprattutto quando una città cresce a ritmo elevato. Anche in questo caso, a Milano si è assistito ad un'inversione di tendenza con un calo dei consumi idrici, dovuti al fenomeno di trasferimento di molte famiglie nell'hinterland.

Contenimento dell'impatto ambientale

RIFIUTI
MM minimizza la produzione dei rifiuti derivanti dalla sua attività e valorizza gli scarti generati, dove possibile. Il Servizio Idrico Integrato produce rifiuti differenti nell'ambito di ciascuna delle tre fasi del ciclo dell'acqua:

  1. Acquedotto
    L'acquedotto produce principalmente rifiuti legati alla potabilizzazione dell'acqua. La maggior parte è rappresentata dai carboni attivi, presenti nei filtri installati presso alcune centrali di trattamento. Periodicamente i carboni attivi esauriscono la loro capacità di assorbimento e vengono dapprima rigenerati e, alla fine del loro ciclo di vita, definitivamente smaltiti. Per quantità, seguono i rifiuti connessi al funzionamento delle stazioni di pompaggio, alle attività di manutenzione e di lavorazione, quali oli esausti, vernici, PCB, materiali ferrosi e plastici, accumulatori e reagenti. I rifiuti vengono per prima cosa bonificati o resi inerti in modo da non recare danni all'ambiente e all'uomo; si provvede successivamente a riutilizzare le frazioni che possono essere recuperate come materie prime secondarie (quali gli oli minerali) e infine si smaltiscono i residui ultimi in discariche controllate e dedicate.
  2. Acque reflue
    I rifiuti prodotti dal servizio fognatura sono principalmente fanghi derivanti dallo spurgo dei condotti fognari nel corso dell'attività di manutenzione ordinaria della rete. Tali fanghi vengono smaltiti presso impianti di trattamento.
  3. Depurazione
    I rifiuti prodotti dal processo di depurazione delle acque reflue sono: fanghi di depurazione, sabbie, olii, grassi e materiali raccolti dalle griglie all'ingresso degli impianti. I fanghi derivano dall'attività di digestione della sostanza organica contenuta nelle acque reflue da parte di microrganismi. Dopo adeguato trattamento i fanghi possono essere destinati all'uso agricolo o ai cementifici come combustibile. Le prospettive di utilizzo dei fanghi di depurazione nel prossimo futuro rientrano nell'ambito della valorizzazione energetica. Nel 2008 il Comune di Milano ha affidato al Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano la redazione di uno studio per la valutazione delle diverse opzioni per il trattamento termico dei fanghi di depurazione.

ENERGIA
MM è attenta al tema del risparmio energetico. Il 99,4% dei suoi consumi è legato a impieghi elettrici, in calo del 7,4% tra 2006 e 2008. Tra i consumi elettrici spiccano quelli degli impianti a media tensione, in particolare impianti di sollevamento dell'acqua di falda e di rilancio in rete, che sono pari al 65% del totale e in diminuzione del 6,8% rispetto al 2007, in linea con la riduzione dei consumi idrici e con gli interventi di risparmio energetico introdotti dall'azienda. Tale diminuzione è più sensibile se si considera il periodo 2000-2008. Il consumo in alta tensione, la maggior parte del quale è assorbito dal funzionamento dell'impianto di depurazione di Nosedo, si è ridotto del 2,1% tra 2007 e 2008. In calo del 15,8%, i consumi elettrici in bassa tensione sono legati prevalentemente al funzionamento dei pozzi e delle sedi operative.

Dal 2007 in MM è stata istituita la figura dell'energy manager.

Promozione dell'uso irriguo delle acque depurate

MM promuove l'utilizzo delle acque depurate in agricoltura riducendo così la quantità d'acqua potabile impiegata ed evitando l'uso di acqua fognaria non conforme ai limiti imposti dalla legge sull'irrigazione. L'impianto di Nosedo tratta l'intero volume delle acque reflue in ingresso per il riutilizzo irriguo, ma solamente una parte è effettivamente utilizzata a tale scopo dal Consorzio di Roggia Vettabbia in un vasto comprensorio a sud-est della città. Le acque trattate dall'impianto di San Rocco sono destinate al riutilizzo irriguo in un vasto comprensorio che si estende nel sud milanese fino a interessare la provincia di Pavia.

Monitoraggio delle aree dei depuratori

Dal 2007 MM esegue un costante monitoraggio nelle aree in cui sono localizzati i depuratori di Nosedo e San Rocco per verificare gli effetti dell'impatto ambientale degli impianti ed intervenire tempestivamente in caso di contaminazioni. Questa attività è svolta in ottemperanza alle indicazioni del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. Il piano di monitoraggio definisce in particolare lo stato di qualità delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell'aria. Il monitoraggio ha fatto emergere quanto segue:

  • acque superficiali: grazie alla presenza dei depuratori si è registrato:
    • presso l'impianto di San Rocco, una riduzione compresa tra il 45% e l'80% per il COD, l'azoto totale e il fosforo totale e un miglioramento dell'indice IBE (indice biotico esteso) che passa da classe 5 a classe 4-3, nonché la riduzione della tossicità
    • presso l'impianto di Nosedo, un miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche della Roggia Vettabbia e del Cavo Redefossi;
  • acque sotterranee: la tipologia di contaminazione registrata, dovuta principalmente a solventi clorurati, pesticidi e metalli pesanti non imputabile all'esercizio dell'impianto. I depuratori non interferiscono sulle caratteristiche chimico-fisiche della falda e ciò è dimostrato dai risultati delle analisi che mostrano come le concentrazioni di inquinanti misurate a monte e a valle degli impianti non variano;
  • suolo: il livello basso delle caratteristiche chimiche ed ecotossicologiche dei sedimenti fluviali è imputabile non tanto agli effetti dell'esercizio dei depuratori quanto all'ambiente fortemente antropizzato e caratterizzato, soprattutto nel passato, dalla presenza di insediamenti industriali a elevato impatto ambientale. Prima della  realizzazione degli impianti di depurazione, i sedimenti contaminati si sono depositati in profondità lungo gli alvei dei corsi d'acqua e, dato il lungo periodo necessario per il ricambio degli strati profondi, dovranno trascorrere diversi anni perché si possa osservare un significativo miglioramento delle caratteristiche qualitative dei sedimenti stessi; 
  • aria: durante il funzionamento dei depuratori non è stata registrata alcuna formazione di aerosol o emissione di sostanze maleodoranti. Il monitoraggio delle sezioni di depurazione con maggior impatto e quello delle zone perimetrali hanno mostrato livelli di emissioni che stanno al di sotto della capacità degli strumenti di effettuare delle misure.

Protezione civile idraulica

MM protegge l'ambiente urbano intervenendo in caso di esondazione dei corsi d'acqua superficiali. In particolare, la sua attività in questo campo è legata al torrente Seveso. Dopo 35 km di corso in alveo scoperto il torrente Seveso entra in Milano dove prosegue nel sottosuolo fino a confluire nel Naviglio Martesana, per dare origine al cavo Redefossi, che attraversa la città e ne raccoglie parte delle acque reflue. Nell'area settentrionale di Milano, il torrente è di frequente interessato da fenomeni di esondazione, che sono diventati più frequenti negli ultimi anni, da quando le zone a monte dell'area urbana milanese si sono densamente urbanizzate. Per la gestione dell'emergenza Seveso, MM ha ridefinito fin dal 2003 le procedure, che hanno l'obiettivo di prevenire gli allagamenti attraverso il costante monitoraggio del teleidrometro, che rileva la variazione del livello raggiunto dall'acqua nel tratto tombinato del torrente durante la precipitazione atmosferica, definendo sei stadi di emergenza. In occasione delle esondazioni, MM impiega i propri mezzi e il proprio personale tecnico e operaio per fare in modo che l'acqua del Seveso possa defluire nelle canalizzazioni di fognatura e permanere il minor tempo possibile sulle strade.

Gestione dei pozzi di prima falda

MM si occupa della gestione dei pozzi utilizzati per uso irriguo e per l'abbassamento del livello della falda che è cresciuto negli ultimi decenni rappresentando un pericolo per il sottosuolo e per tutte le opere che esso ospita, dai tunnel del trasporto metropolitano e ferroviario sotterraneo, ai piani seminterrati e interrati di edifici pubblici e privati. Per ridurre il loro livello nel sottosuolo, MM preleva le acque di prima falda e le utilizza per irrigare le aree verdi della città e per alimentare antiche rogge destinate all'irrigazione dei terreni agricoli a sud della città. In alcuni casi, come intorno all'Ospedale San Paolo e all'Università Bocconi, queste acque vengono utilizzate per gli impianti di condizionamento (raffrescamento) che funzionano secondo il principio della cosiddetta "pompa di calore", con significativi risparmi nel consumo di energia e ricadute positive in termini di emissioni inquinanti in atmosfera.

Tombinature

MM ha in gestione la manutenzione ordinaria e straordinaria delle tombinature, ossia dei corsi d'acqua naturali e artificiali che scorrono sotto la città in alvei coperti. La rete delle tombinature si estende per 370 km (dei quali circa 200 in città) e corre a poca profondità dal piano stradale, formando un sistema indipendente dalla rete di fognatura che si è andata sviluppando a maggiore profondità. Tuttavia, tra la rete di fognatura e i corsi d'acqua esistono importanti e ineliminabili connessioni, sia a valle degli impianti di depurazione, dove questi ultimi fungono da recapito per le acque depurate, sia in alcuni punti del loro percorso urbano, in corrispondenza degli scaricatori di piena della rete fognaria, che si attivano solo in caso di eventi meteorici di particolare intensità. Per tale ragione le due reti costituiscono di fatto un unico sistema di drenaggio urbano.

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