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La normativa sulle acque

Sono numerose le leggi che disciplinano la materia sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.

D.P.R. n. 236 del 24 maggio 1988

D.P.R. n. 236 del 24 maggio 1988, in attuazione della Direttiva 80/778 CEE concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art. 15 della L. 16 aprile 1987, n. 183
Il D.P.R. 236 /88 è il primo esempio di attuazione di una direttiva comunitaria da parte dello Stato Italiano e regolamenta la qualità delle acque destinate al consumo umano definendo delle concentrazioni massime ammissibili (CMA) e dei valori guida (VG) per i differenti parametri (composti chimici e microbiologici) indicati nella norma, introducendo anche il criterio delle deroghe. Sono inoltre stabilite aree di salvaguardia della risorsa idrica distinguendo in zone di tutela assoluta, zone di rispetto e zone di protezione. Le zone di rispetto sono definite in relazione alle risorse idriche da tutelare e comunque devono avere un'estensione di raggio non inferiore a 200 metri rispetto al punto di captazione. Tale estensione può essere ridotta in relazione alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa.

Legge n. 36 del 5 gennaio 1994

Legge n. 36 del 5 gennaio 1994, (cosiddetta Legge Galli), relativa alle disposizioni in materia di risorse idriche
La Legge Galli stabilisce che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e il consumo umano è prioritario rispetto agli altri usi, che sono ammessi quando la risorsa è sufficiente e a condizione che non pregiudichino la qualità dell'acqua per il consumo umano. Con questa legge quadro è stato avviato in Italia un profondo processo di modernizzazione e riorganizzazione del settore idrico, introducendo il concetto di Ciclo Idrico Integrato dell'acqua dato dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell'acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue, con un unico gestore per l'intero ciclo. A questo fine la legge ha istituito gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) e l'Autorità d'Ambito per ciascun ATO (AATO), con i compiti di individuare il soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato; organizzare il Servizio Idrico Integrato che dovrà essere improntato a criteri di efficienza, efficacia e imprenditorialità; vigilare sull'attività del gestore; determinare le tariffe per i servizi idrici con una tariffa unica per ciascun ATO comprensiva dei servizi di distribuzione di acqua potabile, fognatura e depurazione e tale da assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. La legge stabilisce inoltre l'obbligo per i gestori del Servizio Idrico Integrato di dotarsi di un adeguato servizio di controllo territoriale e di un laboratorio di analisi per i controlli di qualità delle acque alla presa, nelle reti di adduzione e di distribuzione, nei potabilizzatori e nei depuratori.

D.Lgs. n. 152 dell'11 maggio 1999

D.Lgs. n. 152 dell' 11 maggio 1999, relativo alle disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, a seguito delle disposizioni correttive ed integrative di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 258
Il D.Lgs. n. 152 del 1999 con le sue successive integrazioni è un testo di legge che si pone l'obiettivo di tutelare tutte le acque (superficiali, marine e sotterranee) per prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati, ma anche per conseguire un miglioramento dello stato delle acque e perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche (art. 1). II decreto introduce dei criteri in forma tabellare, per la valutazione quantitativa, qualitativa ed ambientale dei corpi idrici, individuando inoltre tempi e modi per il raggiungimento degli obiettivi di qualità e di destinazione specifica dei corpi idrici. Gli allegati tecnici costituiscono un fondamentale corollario per poter applicare al meglio le disposizioni di questo testo legislativo dove viene superato il concetto di limite di legge per singolo parametro, sostituito dall'integrazione dei risultati chimici, microbiologici e biologici per una valutazione e attribuzione dello stato di qualità ambientale del corpo idrico.

D.Lgs. n. 31 del 2 febbraio 2001

D.Lgs. n. 31 del 2 febbraio 2001 (entrato in vigore il 25 dicembre 2003), in attuazione della Direttiva 98/83/CEE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano
Il D.Lgs. n. 31/2001, che sostituisce ed in parte modifica il D.P.R. 236/88, elimina il concetto di valori guida (VG) e di concentrazione massima ammissibile (CMA) introducendo invece il valore di parametro. Inoltre stabilisce "nuovi" parametri di controllo, sia microbiologici sia chimici, riportando nelle tabelle parametriche dei limiti di legge inferiori a quelli previsti dal D.P.R. 236/88 e aumentando in questo modo la qualità della risorsa idrica.

D.Lgs. n. 152 dell' aprile 2006

D.Lgs. n. 152 dell' aprile 2006, relativo alle norme in materia ambientale
Il D. Lgs. n. 152/2006, in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n. 308, disciplina le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC); stabilisce criteri per la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall'inquinamento e la gestione delle risorse idriche; regola la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati, la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera nonché la tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente. Più in generale questo decreto legislativo ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell'ambiente e l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.